Search Generative Experience (SGE) e AI Mode: come adattare la SEO al nuovo Google 2025

6 Min. Lettura

La rivoluzione dell’AI nella ricerca ridefinisce il posizionamento organico

L’evoluzione della ricerca online ha raggiunto un punto di svolta epocale. Con l’introduzione della Search Generative Experience (SGE) e dell’AI Mode, Google ha trasformato radicalmente il paradigma della ricerca, passando da una semplice lista di link a un sistema conversazionale basato sull’intelligenza artificiale generativa. Per i professionisti SEO e del digital marketing, questo cambiamento rappresenta la sfida più significativa degli ultimi vent’anni: non si tratta più solo di posizionarsi tra i primi risultati, ma di essere selezionati e citati dall’intelligenza artificiale di Google.

Cos’è la Search Generative Experience e come rivoluziona la ricerca

La Search Generative Experience (SGE) non è un semplice aggiornamento algoritmico, ma una completa reimpostazione di come Google interpreta, elabora e presenta le informazioni agli utenti. Invece di fornire una tradizionale pagina di risultati (SERP) con dieci link blu, SGE utilizza modelli di intelligenza artificiale generativa per creare risposte sintetiche e contestuali direttamente nella pagina dei risultati.

Il sistema funziona attraverso un processo sofisticato di analisi e sintesi: l’AI analizza centinaia di fonti web, estrae le informazioni più rilevanti e le combina in una risposta coerente e completa. Questa risposta appare in un blocco generativo visivamente dominante che occupa la parte superiore della pagina, riducendo drasticamente la visibilità dei risultati organici tradizionali.

Ciò che rende SGE particolarmente rivoluzionario è la sua capacità di comprendere query complesse e multi-sfaccettate. Se prima un utente doveva effettuare multiple ricerche per ottenere informazioni complete su un argomento, ora può ricevere una panoramica esaustiva in un’unica risposta generata dall’AI.

L’impatto sui comportamenti di ricerca è già evidente: gli utenti interagiscono meno con i risultati tradizionali, preferendo le risposte immediate fornite dall’intelligenza artificiale. Questo fenomeno, noto come “zero-click search“, rappresenta una sfida esistenziale per i siti web che dipendono dal traffico organico.

AI Mode: il nuovo modo di ricercare su Google

Parallelamente a SGE, Google ha lanciato AI Mode, un’esperienza di ricerca ancora più avanzata che trasforma la classica barra di ricerca in un assistente conversazionale intelligente. AI Mode, recentemente arrivato anche in Italia, rappresenta l’esperienza di ricerca basata sull’AI più potente mai sviluppata da Google.

Il funzionamento di AI Mode si basa su una tecnologia rivoluzionaria chiamata “query fan-out“: quando un utente pone una domanda complessa, il sistema la scompone automaticamente in sottoquestioni, lancia ricerche parallele per ciascuna di esse e poi assembla i risultati in una risposta unica e coerente. Questo processo permette di esplorare il web con una profondità e una completezza impossibili da raggiungere con le ricerche tradizionali.

Una delle caratteristiche più innovative di AI Mode è la sua multimodalità: gli utenti possono interagire tramite testo, voce o immagini. Possono caricare una foto e chiedere informazioni al riguardo, porre domande vocali complesse o continuare conversazioni precedenti come in un dialogo naturale.

AI Mode si basa sui modelli Gemini di Google, appositamente ottimizzati per la ricerca. Questi modelli non si limitano a cercare parole chiave, ma comprendono il significato profondo delle domande, il contesto e l’intento dell’utente. Il risultato è un’esperienza di ricerca che si avvicina sempre più a una conversazione con un esperto umano.

L’impatto devastante sui risultati organici tradizionali

L’introduzione di SGE e AI Mode sta causando una rivoluzione copernicana nel panorama SEO. I dati preliminari mostrano una riduzione significativa del click-through rate sui risultati organici tradizionali, con alcune stime che parlano di cali fino al 30-40% per determinate categorie di query.

Questo fenomeno si manifesta in diversi modi:

  • Riduzione della visibilità: i risultati organici vengono “spinti” verso il basso dalla presenza dominante del blocco generativo AI, che occupa spesso l’intera parte visibile della pagina (above the fold)
  • Cambio nei pattern di click: gli utenti sono sempre meno propensi a cliccare sui risultati tradizionali se la risposta generativa soddisfa il loro bisogno informativo. Questo è particolarmente evidente per le query informazionali e di ricerca locale
  • Concentrazione del traffico: solo i siti citati e utilizzati come fonti dall’AI ricevono ancora traffico significativo, creando una nuova gerarchia basata non più sul ranking tradizionale, ma sulla rilevanza percepita dall’intelligenza artificiale
  • Svalutazione delle keyword tradizionali: le tecniche SEO basate su singole parole chiave perdono efficacia, poiché l’AI comprende il contesto semantico complessivo piuttosto che pattern di keyword specifici.

Per i professionisti del marketing digitale, questo significa che strategie SEO sviluppate nell’arco di decenni stanno rapidamente diventando obsolete. Chi non si adatta a questo nuovo paradigma rischia di vedere il proprio traffico organico evaporare progressivamente.

Strategie SEO vincenti per l’era dell’intelligenza artificiale

Adattarsi a SGE e AI Mode richiede un approccio completamente nuovo all’ottimizzazione per i motori di ricerca. Le strategie vincenti si concentrano su tre pilastri fondamentali di cui parleremo qui di seguito.

Ottimizzazione per l’inclusione nelle risposte AI

Il nuovo obiettivo SEO non è più posizionarsi primi nei risultati organici, ma essere selezionati dall’AI come fonte autorevole. Questo richiede contenuti che soddisfino criteri specifici:

  • Autorevolezza e credibilità: l’AI privilegia fonti con forte reputazione e segnali E-A-T (Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness) consolidati. È fondamentale sviluppare una presenza online che comunichi competenza e affidabilità
  • Completezza informativa: i contenuti devono offrire panoramiche esaustive degli argomenti trattati. L’AI preferisce fonti che affrontano un topic in modo completo piuttosto che parziale, includendo dettagli, esempi pratici e approfondimenti
  • Struttura semantica chiara: utilizzare heading gerarchici (H1, H2, H3) per organizzare logicamente le informazioni. L’AI utilizza questi segnali per comprendere la struttura e l’importanza relativa dei contenuti.

Implementazione avanzata di schema markup

I dati strutturati diventano cruciali per comunicare con l’intelligenza artificiale. È necessario implementare:

  • Schema.org markup completi: utilizzare markup specifici per articoli, FAQ, how-to, recensioni e altri tipi di contenuto. Questo fornisce all’AI un “dizionario” per interpretare correttamente le informazioni
  • JSON-LD strutturato: implementare dati strutturati in formato JSON-LD per massimizzare la comprensibilità da parte dell’AI
  • Markup personalizzati: per settori specifici, sviluppare markup proprietari che descrivano con precisione prodotti, servizi o informazioni specialistiche.

Ottimizzazione per query conversazionali

Con AI Mode, che privilegia interazioni naturali, è fondamentale:

  • Ottimizzare per long-tail questions: invece di singole keyword, concentrarsi su domande complete che gli utenti potrebbero porre naturalmente
  • Creare contenuti in formato Q&A: strutturare informazioni in domande e risposte facilita l’estrazione da parte dell’AI
  • Utilizzare linguaggio naturale: scrivere in modo conversazionale, come se si stesse rispondendo direttamente a un utente.

Generative Engine Optimization (GEO): la nuova frontiera del SEO

Per affrontare questa rivoluzione tecnologica, è emersa una nuova disciplina chiamata Generative Engine Optimization (GEO). La GEO rappresenta l’evoluzione naturale della SEO tradizionale, focalizzandosi specificamente sull’ottimizzazione per motori di ricerca basati su intelligenza artificiale generativa.

I principi fondamentali della GEO

La GEO si basa su principi che differiscono significativamente dalla SEO classica:

  • Ottimizzazione per la citazione: invece di puntare al click, l’obiettivo è essere citati e referenziati nelle risposte generate dall’AI. Questo richiede contenuti che l’AI possa facilmente estrarre, riassumere e presentare
  • Comprensibilità algoritmica: i contenuti devono essere strutturati in modo che i modelli di linguaggio possano facilmente identificare informazioni chiave, relazioni causali e dettagli rilevanti
  • Diversificazione semantica: coprire un argomento da multiple angolazioni e prospettive aumenta le probabilità di essere selezionati per diverse tipologie di query.

Tecniche pratiche di GEO

Content layering: creare contenuti con diversi livelli di profondità – da overview generali a dettagli tecnici specifici. Questo permette all’AI di selezionare il livello appropriato per ciascuna query.

  • Attribution optimization: includere fonti, riferimenti e collegamenti per aumentare la credibilità percepita dall’AI. I modelli generativi tendono a privilegiare contenuti che dimostrano ricerca approfondita
  • Multimedia integration: combinare testo, immagini, video e infografiche. L’AI multimodale può utilizzare diverse tipologie di contenuto per creare risposte più ricche.

Case study e prime best practice emergenti

Analizzando i primi risultati di siti che hanno adottato strategie GEO, emergono pattern interessanti:

  • Siti di settore specialistico: pubblicazioni tecniche e scientifiche che hanno implementato markup dettagliati vedono un aumento delle citazioni in SGE, compensando parzialmente la perdita di traffico diretto
  • E-commerce con contenuti ricchi: negozi online che hanno sviluppato guide approfondite sui prodotti ottengono maggiore visibilità nelle ricerche di acquisto assistite dall’AI
  • Siti di servizi locali: attività che hanno ottimizzato per query conversazionali geografiche (“trova un idraulico vicino a me che ripari caldaie a gas”) mantengono buona visibilità in AI Mode.

Le best practice che emergono includono:

  • Creazione di content hub tematici che affrontano argomenti in modo esaustivo
  • Implementazione di FAQ dinamiche che rispondono a query long-tail specifiche
  • Sviluppo di strumenti e calcolatori che forniscono valore pratico immediato
  • Ottimizzazione per voice search considerando che AI Mode supporta interazioni vocali

Preparare la strategia SEO per il futuro dell’AI

La transizione verso un ecosistema di ricerca dominato dall’intelligenza artificiale richiede una pianificazione strategica a lungo termine. Le aziende che vogliono mantenere competitività devono:

  • Investire in contenuti di qualità superiore: la superficialità non ha più spazio nell’era dell’AI. È necessario produrre contenuti che dimostrino vera expertise e forniscano valore unico
  • Sviluppare autorevolezza settoriale: costruire una reputazione riconosciuta nel proprio campo attraverso pubblicazioni, collaborazioni e presenza sui media specializzati
  • Sperimentare con nuovi formati: testare contenuti interattivi, multimedia e conversazionali per identificare cosa funziona meglio con i nuovi sistemi AI
  • Monitorare costantemente i cambiamenti: SGE e AI Mode sono in continua evoluzione. È fondamentale rimanere aggiornati su nuovi sviluppi e adattare rapidamente le strategie
  • Diversificare le fonti di traffico: con un Google così “ballerino”, è meglio considerare di ridurre la dipendenza del proprio sito dal traffico organico tradizionale, sviluppando canali alternativi come social media, email marketing e advertising mirato.

Abbracciare la rivoluzione o rimanere indietro

La Search Generative Experience e AI Mode non rappresentano una tendenza temporanea, ma il futuro permanente della ricerca online. Google ha investito miliardi di dollari in questa tecnologia e la sta implementando progressivamente a livello globale.

Per i professionisti del marketing digitale, questo momento storico offre sia opportunità straordinarie che rischi significativi. Chi riesce ad adattarsi rapidamente alle nuove regole del gioco può ottenere vantaggi competitivi enormi, posizionandosi come autorità riconosciuta dall’intelligenza artificiale.

Al contrario, chi rimane ancorato alle strategie SEO tradizionali rischia di vedere la propria visibilità online diminuire drasticamente nei prossimi mesi.

La Generative Engine Optimization non è più una possibilità futura, ma una necessità presente. Investire tempo e risorse per comprendere e implementare queste nuove strategie è l’unico modo per mantenere competitività nell’era dell’AI.

Il mondo della SEO sta cambiando per sempre. La domanda non è se adattarsi, ma quanto velocemente riuscire a farlo. Chi agisce ora avrà un vantaggio decisivo su chi aspetta che la rivoluzione si compia completamente.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime evoluzioni della SEO nell’era dell’intelligenza artificiale? Segui FareWebMarketing.it per guide pratiche, case study e strategie avanzate per dominare le ricerche del futuro.

Jonathan Stavola
Laureato in Comunicazione d'Impresa e Strategie Organizzative con una tesi sulle strategie di marketing adottate da Nintendo per il lancio della Wii in Italia, mi occupo di Social Media Marketing, SEO, creazione e gestione di contenuti online e offline e di Search Engine Advertising, per cui dispongo anche di una certificazione Google Ads.