Turismo, cultura e digitale: Franceschini incontra il presidente di Google

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Incontro tra Franceschini e Schmidt su internet e turismo

Oggi, presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi “Sapienza” di Roma, Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, ha incontrato Eric Schmidt, Presidente di Google. I due hanno discusso di turismo, cultura e digitale e di come il loro “incontro” potrebbe apportare benefici economici al nostro Paese.
Franceschini ha esordito ricordando che la politica, di ogni colore e simbolo, ha sempre sottovalutato l’enorme potenzialità economica della nostra cultura, della nostra arte e, in generale, del settore turistico. Nell’epoca della globalizzazione, ha affermato il ministro, un Paese non può pensare di competere sul mercato internazionale su tutti i fronti possibili, come si faceva un tempo, ma, piuttosto, farebbe bene a concentrarsi sulle proprie risorse distintive. Alcuni Paesi possono sfruttare risorse minerarie, altri sono ricchi di fonti energetiche e noi italiani, seguendo anche i dettami dell’art.9 della Costituzione, dovremmo valorizzare il più possibile le bellezze naturali e artistiche, la cultura e i prodotti enogastronomici di altissima qualità, presenti ovunque, da Nord a Sud, lungo il nostro stivale.
Considerando che l’Italia è oggi al 5° posto nella classifica internazionale delle mete turistiche vistate e che è al primo posto nella “lista dei desideri” delle mete da visitare, possiamo immaginare quale possa essere il potenziale economico del settore. Bisogna quindi organizzarsi per attrarre tutti questi potenziali turisti e soddisfarli al meglio.

Per supportare gli operatori del settore, il ministero, grazie al decreto ArtBonus, ha già dato il via libera ad una serie di incentivi dei quali, i più importanti, sono quelli volti a promuovere la digitalizzazione delle imprese del settore. Di fronte al presidente di Google, Franceschini ha ricordato come sia importante essere presenti nella Rete, avere un proprio sito web, applicazioni e fare web marketing. L’Italia è un po’ arretrata per quanto riguarda la digitalizzazione nel settore della cultura e del turismo e, per questo, il ministero ha adottato delle misure volte a recuperare questo gap. Inoltre, il ministro ha affermato che sta facendo il possibile per porre le basi per creare delle professionalità capaci di conciliare cultura, arte e digitale.

Secondo Schmidt, Google è la piattaforma che può aiutare l’Italia ad essere vincente. Il futuro dell’arte è online. Google permette già di visualizzare foto di opere d’arte ad altissima risoluzione e di effettuare tour virtuali di alcuni musei. Questi sono sicuramente due importanti strumenti di promozione per i musei e per i territori che li ospitano. Grandi opportunità vengono anche dagli smartphone, i quali, avranno schermi sempre più grandi e consentiranno di migliorare l’esperienza dell’arte digitalizzata. Il manager di big G ha inoltre ricordato che la popolazione italiana è conosciuta in tutto il mondo per l’estro e la creatività che la caratterizzano. Proprio gli italiani più creativi potrebbero utilizzare, in modo vantaggioso, un nuovo prodotto targato Google, una piattaforma online dedicata alla compravendita di opere d’arte.

In tema di crisi e sviluppo economico, Schimdt ha sottolineato che nella nostra nazione, il tasso di disoccupazione giovanile è altissimo. L’Italia ha tante potenzialità come la cultura, l’arte, il territorio, ma si dovrebbe fare di più per sfruttare i vantaggi economici che possono derivare da Internet e dalla digitalizzazione. In tal modo sarebbe possibile creare nuovi posti di lavoro. Tutto questo, però, non si fa perché, secondo il presidente di Google, c’è un problema che risiede nel settore dell’istruzione: in accordo con Franceschini, ha sottolineato che la formazione di tipo umanistico è di elevata qualità, ma nell’ambito di materie come ingegneria e informatica saremmo ancora indietro rispetto ad altri Paesi. Un altro problema ravvisato è di tipo economico e burocratico: aprire una nuova impresa in Italia costa più che all’estero, sia in termini di tempo, che di denaro. Risolvendo questi due problemi sarebbe più facile sfruttare tutte le potenzialità della commistione tra digitale e cultura e risollevare le sorti economiche del Paese.